Archive for the ‘Informazione’ Category

sito neonazista pubblica lista di magistrati, politici e giornalisti “delinquenti”

martedì, Dicembre 20th, 2011
Home page di Stormfront
Si chiama Stormfront, ed è l’appendice italiana del movimento che fa capo all’ex leader del
Ku Klux Klan, Don Black.

In questi giorni in una discussione apparsa sul forum del sito, i nostalgici neonazi si sono offesi perché accusati di razzismo!
Hanno dichiarato: “siamo stati accusati di razzismo, ma odiamo di più certi italiani che aiutano gli allogeni”, quindi si sono sentiti in dovere di pubblicare una loro “lista nera” nella quale ci sono nomi di: “italiani che compiono atti di delinquenza aiutando gli allogeni”.
Per chi non lo sapesse con “allogeno” s’intende chi appartiene ad una minoranza etnica.
Nella lista appaiono i nomi di Don Ezio Segat sacerdote della diocesi di Vittorio Veneto, che secondo i neonazi avrebbe preso i soldi del Veneto Fronte Skinhead e li avrebbe donati a “i poveri fratelli immigrati”, monsignor Cesare Nosiglia e Don Fredo Oliviero, tantissimi sono i politici, praticamente il governo Monti al completo. Poi ci sono amministratori come il sindaco di Padova Flavio Zanonato, la vicepresidente della giunta toscana Stella Targhetti descritta come una “bastarda immigrazionista”, e l’assesore all’integrazione di Torino Ilda Curti, infine gli esponenti di Sel a Milano: Luca Gibillini, Mirko Mazzali e Anita Sonego.
Nella lista troviamo anche giudici: il P.M. Laura Longo che sta conducendo le indagini su un gruppo di cittadini che attaccarono e devastarono un campo rom e che nel procedimento ha contestato l’aggravante dell’odio razziale, il giudice Domenico Galletta, il G.U.P. Carlo Fontanazza e poi ancora Antonella Consiglio, Giuseppina Di Maida e Filippo Serio giudici del riesame.
Non mancano poi gli avvocati: Salvatore Staiano, Giorgo Bisagna ed Emiliano Riba che è l’avvocato dell’imam di Torino Khounati. Vengono citati anche altri personaggi come: Gad Lerner, Maurizio Costanzo e Roberto Malini dell’organizzazione Everyone (gruppo di cooperazione internazionale per la cultura dei diritti umani) che aveva chiesto agli Stati Uniti di mobilitarsi per la chiusura del sito.
Il sito però è ancora lì e ovviamente l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non averlo bandito a differenza di Francia e Germania.
In realtà la chiusura del sito non è cosa facile poiché il portale neonazista si appoggia ad un server americano che ha sede in Florida a West Palm Beach, di conseguenza qualsiasi procedimento di natura giudiziaria presentato dalle sole autorità italiane diventa assai complesso.
Le procure italiane infatti, non sono state in grado di identificare e perseguire quei neonazisti di Stormfront Italia che a gennaio 2011 pubblicarono un’altra lista nera, la “lista degli Ebrei italiani”
definiti come: “facce da cancellare”.

Everyone in un comunicato dichiara: “cogliamo l’occasione dei sanguinosi fatti di Firenze e della volontà della Procura della Repubblica del capoluogo toscano di indagare per apologia di reato gli utenti del web che hanno diffuso, in concomitanza dell’omicidio dei due ragazzi senegalesi, contenuti di istigazione alla violenza e all’odio razziale (ampiamente apparsi su Stormfront Italia), per invitare la rappresentanza U.S.A. in Italia a farsi portavoce presso il governo degli Stati Uniti della necessità urgente di dichiarare fuorilegge il portale www.stormfront.org e il movimento ad esso connesso in quanto contrari ai valori di civiltà, democrazia e libertà sanciti, tra l’altro, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”.

Ora però mi chiedo perché solamente adesso ci si muove per farli chiudere, come al solito dobbiamo aspettare che qualcuno muoia o venga pestato a sangue. Ricordo a tutti che fascismo e nazismo in Italia (e non solo) sono ILLEGALI e sinceramente mi sono stancato di sentire politici che predicano l’integrazione e poi danno il consenso per aprire i “circoletti nostalgici” di Casapound & F.N., poi quando qualcuno muore o viene semplicemente aggredito urlano alla tragedia.
In Italia mancano serietà, coerenza e legalità e fino a quando non ci saranno, ci troveremo sempre di più queste condizioni.

Firenze: fascista uccide due senegalesi ne ferisce un terzo poi si suicida.

giovedì, Dicembre 15th, 2011
Martedì mattina ci siamo resi spettatori per l’ennesima volta di un gesto spregevole, compiuto da un neofascista di 50 anni, Gianluca Casseri.
L’uomo, affiliato e simpatizzante del “circolo nostalgico Casapound”, arriva intorno alle 12.30 in Piazza Dalmazia con la sua auto, inchioda davanti all’edicola, scende dalla macchina e spara 4 colpi.
Nell’attentato muoiono due uomini, Samb Modou 40 anni e Diop Mor 54 anni; Moustapha Dieng di 34 anni invece, viene ferito ed è in gravissime condizioni. Purtroppo questo è solo il primo atto della pazzia di Casseri, e il secondo non tarda molto infatti, dopo un paio d’ore, fa irruzione in via S.Antonio zona S.Lorenzo e spara ancora ad altri due ragazzi senegalesi, Sougou Mor e Mbenghe Cheike di 32 e 42 anni, feriti all’addome e al torace, anche loro in condizioni gravissime.
Dopo aver seminato panico e terrore in città, braccato dalla polizia, si rifugia in un parcheggio sotterraneo in prossimità del mercato e, dopo una breve sparatoria con gli agenti, si toglie la vita sparandosi in bocca.
Nelle ore seguenti e il giorno dopo la comunità senegalese insieme ai cittadini scendono in piazza in cortei di protesta.
Ovviamente in tutto questo i fascisti di casapound cercano maldestramente di difendersi e distaccarsi da Casseri, che per loro era semplicemente un simpatizzante. 
In realtà Casseri era molto di più, a prova di questo ci sono svariate foto con l’uomo dentro e fuori la sede di Casapound, addirittura mesi fa era stato invitato a presentare il suo ultimo libro sempre nella loro sede, era stato anche denunciato insieme a gli altri nostalgici per l’occupazione di quello che ora è il carcere di Pescia e Lorenzo Berti segretario di Casapound Pistoia lo definisce “un nostro militante”.

Gianluca Casseri

Bene, di questa storia se ne sono sentite tante da chiunque, i nostalgici paraculo lo definiscono un loro militante ma pazzo, gli amici di Casseri si dividono tra quelli che dicono che “era in depressione” e quelli che “era un uomo buonissimo”…


Matteo Renzi scandalizzato dall’immane tragedia cosa fa? Ve lo dico io!!!! NIENTE….


In Italia per quanto ne so il fascismo è reato, questi circoletti nostalgici con tutti i loro esponenti dell’estrema destra razzista non dovrebbero proprio esistere, e soprattutto non dovrebbero essere sostenuti e supportati dai politici italiani che predicano l’integrazione e io d’integrazione ne ho solo sentito parlare…
Ma purtroppo non è una novità, solo belle parole e……. 


…l’abominevole storia delle cavie umane in India.

martedì, Dicembre 13th, 2011
…provate ad immaginare…
un giorno, malati, vi recate dal medico che dopo avervi visitato, vi prescrive un medicinale.
A questo punto vi domanderete, cosa c’è di strano in tutto questo?
Beh vista così non c’è proprio niente di anomalo, ma provate ad immaginare se il medicinale che vi ha appena prescritto fosse nuovo, cioè ancora in fase di sperimentazione, a questo punto sareste a tutti gli effetti cavie umane
Sareste contenti di sapere che il vostro medico testa farmaci sperimentali su di voi a vostra insaputa?
Sapete quanto dura la sperimentazione di un farmaco? 
Beh ve lo dico io, circa 10/15 anni e può arrivare a costare intorno ai 500 miliardi di dollari, questo seguendo e rispettando linee guida e leggi in vigore oggi sulle sperimentazioni.
Molte multinazionali farmaceutiche invece, delocalizzando, riescono a risparmiare e tagliare fino al 60% le spese e ricavare un mucchio di soldi vendendo sul mercato occidentale i nuovi farmaci.
Questo succede in paesi come l’India, che dal 2005 hanno “allentato” molto la legislazione sulle sperimentazioni, e di conseguenza sono diventati un vero e proprio “paradiso” per molti colossi farmaceutici.
Quindi dal 2005 ad oggi in India succede proprio come vi ho raccontato all’inizio, cioè alcuni medici “consigliano” ai loro pazienti dei medicinali, ovviamente senza dire loro che stanno partecipando ad una sperimentazione clinica.
Ad oggi l’industria della ricerca nel paese asiatico vale 189 milioni di sterline, 150.000 le persone che partecipano a circa 1.600 test clinici per conto di multinazionali come Pfizer, Merck e AstraZeneca.
Il quotidiano inglese “The Indipendent”, che ha indagato su questo fenomeno, ha pubblicato il numero delle vittime sottoposte a questi test, circa 1.730 persone hanno perso la vita durante e dopo le sperimentazioni.
Gli indiani quindi vengono sfruttati da queste società farmaceutiche, che usano poveri e analfabeti che non potrebbero mai permettersi queste medicine.
Chandra Gulhati è un medico in pensione che raccoglie dati su queste sperimentazioni, e racconta al quotidiano inglese storie raccapriccianti, come quelle di centinaia di ragazzine minorenni provienienti da aree tribali, alle quali alcuni medici avrebbero somministrato un vaccino contro il papilloma virus, il GARDASIL.
Sarita Kudumula, una di queste ragazze, aveva 13 anni ed è morta subito dopo uno di questi vaccini. Nessuno aveva chiesto alla famiglia un consenso. Altro esempio sono i sopravvisuti al disastro di Bhopal, usati come cavie in almeno 11 test senza un vero e proprio consenso informato.
In tutto questo le case farmaceutiche obbiettano dichiarando che hanno sempre seguito le regole, ma i fatti sono molto diversi e purtroppo questo terribile fenomeno sta drammaticamente dilagando anche in altri paesi asiatici come Cina, Indonesia e Thailandia.
Speriamo che dopo i dati forniti dall’ Indipendent e dalle indagini in corso si riesca a mettere fine allo sfruttamento di povera gente usata come cavie da laboratorio. 

…la DONNA. (secondo “Libero”)

giovedì, Dicembre 1st, 2011

…giovedì 1 dicembre 2011, ore 7.00.

Mentre leggo on-line le notizie riportate da varie testate giornalistiche, la mia attenzione ad un certo punto cade su un articolo del quotidiano “Libero” scritto da Camillo Langone, dal titolo: “Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli.”
Subito dopo aver rischiato la vita strozzandomi con il caffè per lo stupore dettato dal titolo, ho deciso di mettere ulteriormente alla prova il mio stomaco leggendo il resto.
L’articolo, che assolutamente non vi consiglio, mi sembra qualcosa di già sentito, e dopo tre minuti di riflessione… ECCO!!!!! Ora si che mi ricordo, sembra proprio uno di quei tristissimi slogan propagandistici del ventennio fascista!!! Infatti dando una scorsa, noto che tal Camillo Langone si autodefinisce XENOFOBO.
Scusate però, partiamo dall’inizio…
Camillo Langone sostiene: “il mestiere che gli italiani non vogliono più fare è il genitore”, sostanzialmente perché è un mestiere poco redditizio e molto faticoso, e uno dei problemi principali della poca natalità in Italia è  sicuramente la troppa scolarizzazione femminile.
Infatti ad un certo punto il giornalista ci delizia con la sua massima:
“più scolarizzazione femminile = meno famiglie”, secondo Langone probabilmente le donne dovrebbero, finita la quinta elementare, trovare marito, farsi ingravidare, sfornare una marea di figli e passare il resto della giornata a rassettare la casa.

L’articolo poi continua con uno sproloquio razzista, che collega la poca natalità con l’immigrazione (che a lui disgusta!!!), ma quello non ve lo racconto perché vista la demenza di quelle poche righe stento quasi a capirlo.

Sinceramente penso che il sig. Langone invece di basarsi su fantomatiche statistiche e poi scriverci articoli, dovrebbe semplicemente ragionare.

E’ sicuro che in Italia si fanno pochi figli, ma non certo perché le donne sono acculturate o perchè l’immigrazione dilaga.
Il problema fondamentale è che nell’ Italia del 2011 non ci sono certezze, certezze in NIENTE.Un esmpio banalissimo: ad oggi una coppia di conviventi, per trovare la propria indipendenza, che cosa fa?
Per prima cosa cerca un lavoro, ma il lavoro non c’è, e se quello manca, mancano i soldi, e se mancano i soldi purtroppo non si può vivere, per cui come si può pensare di mettere al mondo dei figli se non si sa neanche cosa dargli da mangiare??? Questo, in soldoni, è il motivo principale della poca natalità!!!

Ora viene spontanea un’ altra domanda: perché uno come Langone è libero di scrivere baggianate su un quotidiano nazionale?

Sinceramente sono esausto di sentire ca**ate, e penso che l’Italia potrebbe essere un paese molto più avanzato e libero, invece per via di questi ridicoli personaggi risulta arretrato e ignorante.
Sentiamo ogni giorno discorsi “nostalgici” sugli immigrati, scordandoci che noi stessi siamo stati tra i primi ad emigrare all’estero, esportatori di MAFIA nel mondo con la quale ci siamo resi ridicoli agli occhi di tutti.

D’altronde l’Italia è piena di questi controsensi: leghisti, leghisti meridionali, operai che votano il Berlusca e…
…giornalisti nostalgici che si autodefiniscono xenofobi ma condividono “l’ideale” di un estremista islamico della peggior specie.

…tensione in Egitto. Blogger italiani arrestati durante una manifestazione.

domenica, Novembre 27th, 2011

L’ A.N.P.I. protesta contro la Provincia di Milano che ospita Casa Pound.

venerdì, Novembre 25th, 2011
Sabato 3 dicembre si terrà, grazie a Guido Podesta presidente della Provincia di Milano, un’iniziativa promossa da Casa Pound nella prestigiosa Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbard. E quando il “circolo nostagico” provoca, le associazioni antifasciste rispondono. 
Così è stato, infatti il Presidente dell’A.N.P.I. milanese Roberto Cenati, ha immediatamente inviato una lettera al Podesta, promotore dell’evento. 
Qui ve la ripropongo:
Gentile Presidente,
l’ANPI di Milano ha recentemente espresso la propria profonda e ferma indignazione per i contenuti della mostra allestita dalla Provincia di Milano a Palazzo Isimbardi, nella parte riguardante la Seconda Guerra Mondiale. Il testo ha costituito una grave offesa alla Resistenza italiana e a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per restituire la libertà e la democrazia al nostro Paese. Notevole è stato il nostro sconcerto nel prendere atto che una Istituzione della Repubblica nata dalla Resistenza abbia organizzato una mostra in cui si giustifica la guerra fascista e si definisce la Resistenza come “una guerra civile terribile e orrenda che si conclude in un bagno di sangue”.
Veniamo ora a conoscenza di una iniziativa promossa da Casa Pound, che dovrebbe svolgersi Sabato 3 Dicembre 2011 nella prestigiosa Sala degli Affreschi di Palazzo Isimbardi.

Ci affidiamo all’importante ruolo da Lei rivestito e alla sua sensibilità democratica per chiederLe di intervenire per impedire che si svolga, proprio nella sede della Provincia di Milano, l’iniziativa organizzata da questo gruppo neofascista, che costituirebbe un’ulteriore offesa a Milano, città Medaglia d’Oro della Resistenza.

Mentre confidiamo nel positivo esito della Sua azione, nell’ attesa di una Sua risposta, ci riserviamo di compiere tutti gli interventi che riterremo più opportuni perché siano salvaguardati lo spirito e i principi sanciti dalla Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza. Cordiali saluti.

Roberto Cenati – Presidente ANPI Provinciale Milano”
Penso che tutto questo non abbia bisogno di grandi commenti, mi sembra semplicemente incredibile che nel 2011 si trovi ancora spazio per questi “nostalgici” con la testa piena di …chiacchiere da bar.
Un grandissimo GRAZIE all’ A.N.P.I. ed a tutti i MOVIMENTI ANTIFASCISTI ITALIANI, che ogni giorno “combattono” contro questa nostalgia che perseguita il nostro paese.

Maria Columbu e…l’e/orrore giudiziario

mercoledì, Novembre 23rd, 2011
Vauro 2011

Maria Columbu è una signora disabile di 39 anni e madre di 4 figli e questa è la sua storia.
…anno 2002, Sardegna. Sono le sei del mattino, Maria sente bussare alla porta, sono agenti della guardia di finanza. Entrano in casa, le comunicano che è indagata per terrorismo e procedono con una perquisizione domiciliare nella quale sequestrano, due computers, materiale cartaceo.
In mezzo alle carte gli inquirenti trovano un volantino “sospetto” e “di chiaro stampo brigatista”, perché raffigura una stella a cinque punte che rievoca proprio le Brigate Rosse degli anni ’70, sotto la quale però, c’è anche il numero di telefono di Maria.

Se avesse davvero voluto fare un attentato con tanto di rivendicazione di certo non avrebbe lasciato il numero di telefono, non vi pare?

Tra le prove che hanno portato all’arresto della donna ci sono alcuni  file trovati nei computers, in cui si parla di politica e dove,  presa da un momento di rabbia causata dal suo handicap, che non la fa sentire tutelata come dovrebbe, Maria scrive: “a morte lo stato, a morte Berlusconi”.
Per Francesco Puleio, il sostituto procuratore che ha chiesto e ottenuto la condanna della signora Maria, la “regina delle prove” è in un’altro dei file trovati nel computer, e sono…le istruzioni per la fabbricazione di un ORDIGNO NUCLEARE, che ora anche io vi rivelerò!!! “Per prima cosa procuratevi 110 kg. di plutonio dal vostro fornitore locale; suggeriamo di contattare l’organizzazione terroristica del luogo.”
…queste  “dettagliate”  ma soprattutto  “credibili”  istruzioni si concludono così: “adesso che avete un ordigno nucleare, potete usarlo per spettacoli pirotecnici o per difesa nazionale”.
“Ecco fatto!!! Ora ho tutto quello che serve per incastrare la Columbu!!!”  Questo è quello che deve aver pensato l’acuto sostituto procuratore, quando ha deciso in via definitiva che Maria andava arrestata.
Infatti viene prima condannata a 4 anni, ma alla fine sconta solamente 6 mesi di carcere più 6 mesi di domiciliari. La cosa grottesca è che quando Maria ricorre in appello il giudice dichiara: “le accuse sostenute erano ridicole, ed in prigione non ci doveva proprio andare”, a questo punto viene assolta, ma purtroppo solo dopo aver già scontato 12 mesi della pena.

Di questa assurda storia se ne è occupato anche Luigi Pelazza un inviato del programma televisivo “Le Iene” che, sbalordito dalla vicenda si è immediatamente recato dal sostituto procuratore Francesco Puleio per domandare spiegazioni in merito all’enorme e imbarazzante, errore giudiziario.
Puleio però non gradisce per niente la visita, e dopo averlo sbattuto fuori dal suo ufficio, rilascia un comunicato…che se vogliamo essere sinceri, non corrisponde proprio del tutto alla verità… ecco il  LINK e giudicate voi stessi.
Ora mi chiedo perché si fanno errori  giudiziari così grossolani e superficiali, e soprattutto perché si lascia la libertà a certi incompetenti di commetterli. Ricordo inoltre, che a Maria non è stato dato nessun risarcimento e nessuno le ha chiesto scusa per l’accaduto.

…Forza Nuova. Nuova sede nel quartiere “arabo” di Como. A.N.P.I.:grave affronto alla città.

domenica, Novembre 20th, 2011
…Forza nUova…

Ebbene si, ieri mattina in via Napoleona, una via con un’alto tasso di immigrati a Como, si è inaugurata l’apertura della nuova sede di Forza Nuova.

Il movimento di estrema destra garantisce che si tratta di pura casualità, o meglio di “una scelta dettata dal destino”.
Questa scelta, che sembra una provocazione bella e buona, non ha lasciato indifferenti le organizzazioni antifasciste comasche, tanto meno l’A.N.P.I. che ha rilasciato un comunicato durissimo sull’apertura e il ritorno di F.N. in zona.
Salvatore Ferrara, capogruppo e portavoce del “circolo nostalgico”, dichiara: “ci interessa ripartire da qui per riprenderci la via” – e continua – “garantiremo un presidio costante, ma non disdegneremo azioni dinamiche e propositive”.

Azioni dinamiche e propositive? Mi chiedo se Como sentisse la necessità del: “movimento politico, identitario in difesa e al fianco dei cittadini” ma con “ideali” vecchi di oltre 70 anni.

…allarme carceri, la situazione è drammatica

venerdì, Novembre 18th, 2011

…il 2011 sta per finire e se tiriamo le somme per quel che riguarda le carceri in Italia osserviamo una situazione a dir poco drammatica.
Vi do un paio di numeri, ad oggi in Italia i detenuti sono 67.428 di cui 24.401 stranieri e 37.213 con sentenze passate in giudicato, detto questo l’altro dato fondamentale da sapere, è quanti posti sono a disposizione: 45.817.
Quindi in Italia abbiamo circa 22mila detenuti in più, stipati in celle piccolissime con condizioni igienico sanitarie indecenti.
Come mai le carceri italiane sono così piene? E’ possibile che ci siano tutti questi criminali? 
La risposta è NO! In realtà l’indagine fatta dall’osservatorio  ANTIGONE*, ci fa vedere una situazione ben diversa e una delle cause del sovraffollamento è probabilmente la Fini-Giovanardi, legge ideologica sulle droghe – ci spiega il presidente dell’associazione –  che riempie le carceri di persone pericolose soltanto verso loro stesse. Sempre dalla stessa indagine si scopre che in Italia il 37% dei detenuti ha violato questa legge, media molto alta se consideriamo che in Europa si aggira intorno al 15/18%, colpa anche dell’ ex Cirielli che diminuisce i termini di prescrizione dei reati e aumenta le pene ai recidivi, quindi troviamo per esempio piccoli spacciatori che ricevono pene più severe senza la possibilità di misure alternative.Sono proprio quelle che mancano in Italia infatti, secondo un’altra indagine, scopriamo che nel 2009 quelli che hanno scontato la pena con misure alternative al carcere sono poco più di 13mila, contro i 123mila della vicina Francia.
Abbiamo grandi e piccole città con le loro strutture e in ognuna di esse il numero dei detenuti supera sempre quello della reale capienza disponibile, anche in questo caso voglio darvi un paio di numeri: Bologna per esempio ha una capienza massima di 497 detenuti, ma ne sono presenti ben 1.168 con un’ indice di sovraffollamento del 235%, poi Milano “S.Vittore” con 712 posti ma 1635 detenuti con un tasso del 230%, Venezia “Santa Maria Maggiore” con 168 posti ma 352 detenuti e il 210% di tasso e, infine, Lamezia Terme con 30 posti, 91 detenuti e un incredibile tasso del 303%. Questi che ho appena elencato sono i dati significativi di alcune città, ma la cosa tremenda è che la lista è lunghissima, praticamente ogni carcere italiano è sovraffollato e in condizioni pietose. 





In carcere non esiste dignità e soprattutto di carcere ultimamente, si muore.
Proprio qualche giorno fa nell’ O.P.G. di Reggio Emilia è morto suicida un detenuto; ad Asti 5 agenti di polizia penitenziaria sono finiti sotto processo per abuso di potere e violenze, colpevoli di aver maltrattato due detenuti che durante l’interrogatorio hanno dichiarato di essere stati spogliati completamente e rinchiusi per due mesi in una cella priva di vetri alle finestre, di letto, lavandino e sedie, con il cibo razionato a pane e acqua, senza contare le botte che con cadenza regolare gli erano inflitte. Non scordiamoci Stefano Cucchi, Giuseppe Uva e potrei continuare all’infinito perché purtroppo l’Italia degli ultimi anni si è resa protagonista molto spesso di queste indecenti vicende . Anche qui i numeri parlano chiaro: dall’inizio dell’anno alla data del 25 ottobre 2011 i morti nelle carceri sono 154 di cui di cui 53 per suicidio, nel 2010 invece i morti sono stati 184 di cui 66 per suicidio. E se consideriamo che in carcere si suicida 1 detenuto ogni 1000, mentre fuori dal carcere si suicida 1 persona ogni 20.000 circa, la situazione è critica.
In Italia in realtà dal 1932 esiste un’ente pubblico chiamato “cassa delle ammende” istituito dal Ministero della Giustizia e gestito dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. 
La cassa delle ammende è destinata a raccogliere fondi da sanzioni disciplinari o pecuniarie disposte dai giudici, proventi realizzati dai manufatti dei detenuti, vendita dei corpi di reato non reclamati e tali fondi dovrebbero essere destinati a programmi di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Ma è realmente così?
Praticamente no, perché la cassa delle ammende si trova ora più che mai in una situazione drammatica di mancanza di fondi. Nel 2008 ha inserito nei progetti quello dell’ edilizia penitenziaria, al fine di finanziare il piano carceri e mettere fine almeno al sovraffollamento, ma purtroppo anche qui con i dati alla mano, vediamo che non è stato proprio così, anzi si è aggiunto il problema delle carceri fantasma:


dati forniti dall’osservatorio Antigone:


  • Accadia (Foggia), penitenziario consegnato nel 1993, ora di proprietà del Comune e mai utilizzato;
  • Agrigento: sei sole detenute occupano i 100 posti della sezione femminile;
  • Altamura (Bari): si aspetta ancora l’inaugurazione di una delle tre sezioni dell’istituto;
  • Arena (Vibo Valentia): sopresso;
  •  Arghillà (Reggio Calabria): inutilizzato, è mancante della sola strada d’accesso, delle fogne e dell’allacciamento idrico, ma è per il resto ultimato e dotato di accorgimenti tecnici d’avanguardia;
  •  Bovino (Foggia): presente una struttura da 120 posti, già pronta, chiusa da sempre;
  •  Casamassima (Bari): carcere mandamentale condannato all’oblio da un decreto del Dipartimento;
  •  Castelnuovo della Daunia (Foggia), arredato da 15 anni e mai aperto;
  •  Codigoro (Ferrara) che, nel 2001, dopo lunghi lavori, sembrava pronto   all’uso, è ad oggi ancora chiuso;
  •  Cropalati (Cosenza) soppresso;
  •  Cropani (Catanzaro): occupato da solo un custode comunale;
  •  Frigento (Avellino): inaugurato e chiuso a causa di una semplice frana;
  •  Galatina (Lecce): totalmente inutilizzato;
  •  Gela (Caltanissetta): esiste un penitenziario enorme, nuovissimo e mai aperto;
  •  Gorizia: risulta inagibile un intero piano dell’istituto carcerario e non sono stati programmati i necessari lavori;
  •  Gragnano (Napoli): inaugurato e chiuso a causa di una semplice frana;
  •  Irsina (Matera): costato 3,5 miliardi di lire negli anni ’80, ha funzionato soltanto un anno ed oggi è un deposito del Comune;
  •  Licata (Agrigento): completato, ma non essendo stato collaudato è ad oggi inutilizzato;
  •  Maglie (Lecce): solo parzialmente utilizzato per ospitare detenuti semi-liberi, con enormi sprechi di personale;
  •  Mileto (Vibo Valentia): ristrutturato e chiuso;
  •  Minervino Murge (Bari): struttura mai entrata in funzione;
  •  Monopoli (Bari): nell’ex carcere mai inaugurato, non ci sono detenuti ma sfrattati che hanno occupato abusivamente le celle abbandonate da 30 anni
  • Morcone (Benevento): costruito, abbandonato, ristrutturato, arredato e nuovamente abbandonato dopo un periodo di costante vigilanza armata ad opera di personale preposto;
  • Orsara (Foggia): presente una struttura mai aperta;
  • Pescia (Pistoia), il Ministero ha soppresso la casa mandamentale;
  • Petilia Policastro (Crotone): soppresso;
  • Pinerolo (Torino): chiuso da oltre dieci anni senza che sia stata individuata l’area ove costruirne uno nuovo;
  • Revere (Mantova), dopo 20 anni dall’inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza da 90 detenuti (costo stimato: 5 miliardi di lire) è ancora incompleto, i lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati;
  • Rieti: struttura penitenziaria completamente nuova in grado di contenere 250 detenuti utilizzata solo per un terzo della sua capacità ricettiva a causa della carenza di personale;
  • San Valentino (Pescara): costruito da quasi 20 anni, non ha ospitato mai alcun detenuto, ora è in totale stato di abbandono;
  • Soriano Calabro (Vibo Valentia): soppresso;
  • Spinazzola (Barletta-Andria-Trani): soppresso;
  • Squillace (Catanzaro): ristrutturato e poi chiuso;
  • Udine: chiusura della sezione femminile; 
  • Venezia: la capacità ricettiva è ridotta a 50 unità;
  • Vicenza: la capacità ricettiva è ridotta a 50 unità;
  • Villalba (Caltanissetta), 20 anni fa è stato inaugurato un istituto per 140 detenuti, costato all’epoca 8 miliardi di lire, e che dal 1990 è stato chiuso e recentemente tramutato in centro polifunzionale;
  • Volturara Appula (Foggia): struttura da 45 posti ancora incompiuta e mai aperto.

e adesso? tutte queste strutture? Detto questo, è chiaro che l’Italia non è in grado di fronteggiare neanche questa emergenza, d’altronde l’Italia è anche questo: sprechi, corruzione, mafia, degrado.
La cosa più preoccupante di tutto questo, a mio avviso, è la totale mancanza di rispetto per i detenuti, come se il fatto di aver commesso dei reati, più o meno gravi, possa giustificare un trattamento simile: credo che la dignità umana debba essere rispettata sempre e comunque.
E’ un paese malato, che sta irrimediabilmente contagiando anche i suoi abitanti…












*l’osservatorio ANTIGONE è un’associazione politico/culturale per i diritti e le garanzie nel     sistema penale. Ne aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini.

Cristian De Cupis, tante le analogie col caso Cucchi

giovedì, Novembre 17th, 2011
Locandina del comitato

…Viterbo 12 novembre 2011, sabato mattina. Nel reparto di medicina protetta riservato ai detenuti viene trovato morto Cristian De Cupis di 36 anni.

Si trova in quel reparto da giovedì. 
Il mercoledì Cristian è a Roma, alla stazione Termini, dove viene arrestato dalla polizia ferroviaria per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Immediatamente dopo l’arresto però, viene portato al Pronto Soccorso dell’ ospedale Santo Spirito per una serie di escoriazioni che, a detta dei pubblici ufficiali, Cristian si è procurato da solo tentando di sfuggire all’arresto.
In realtà durante la visita Cristian dichiara ai medici in almeno due occasioni di essere stato pestato dai poliziotti che lo avevano arrestato.
La mattina seguente, giovedì 10 novembre, Cristian viene trasportato nella struttura protetta per detenuti dell’ ospedale Bellcolle di Viterbo, e il giorno dopo viene sottoposto ad una serie di accertamenti fra cui anche una TAC.
Sempre venerdì arriva anche il giudice per la convalida dell’arresto, il quale gli concede i domiciliari che inizieranno appena dimesso dall’ospedale.
Sabato Cristian muore poco prima delle sue dimissioni, e l’autopsia effettuata qualche giorno dopo confermerà l’infarto, cosa alquanto strana perché aveva solo 36 anni e non era malato di cuore.
Intanto dopo la sua morte viene data la notizia anche ai familiari, i quali non erano stati informati neanche del fermo, proprio come successe alla famiglia di Stefano Cucchi, avvertiti dell’arresto solo dopo il decesso, perché? 
Nei giorni seguenti il garante per i detenuti del Lazio Angiolo Marroni, ha denunciato immediatamente l’accaduto e dichiara che non ha dubbi dell’avvenuto pestaggio di Cristian, e a testimonianza di questo c’è un avvocato che ha visto gli agenti della POLFER pestare il giovane, e subito avrebbe telefonato a Marroni avvisandolo dell’accaduto. 
Ora speriamo che venga fatta luce su questa vicenda, Cristian come altri, troppi ragazzi, è stato vittima di un sistema sbagliato, malato e violento che purtroppo, in questi ultimi anni a fatto troppe vittime e ha distrutto molte famiglie.