Per il Comune di Firenze, meglio archiviare il pestaggio.

Giugno 21st, 2013 by Matteo infoLab0.1
Era la notte dello scorso 13 giugno quando a Firenze, mentre si vegliava in ricordo del ragazzo somalo morto suicida in via Slataper, nei pressi della stazione di Santa Maria Novella un gruppo di ragazzi senegalesi veniva brutalmente aggredito da una “squadra” di fascisti composta sembra, anche da agenti in borghese della Polizia Municipale.

Quella che ora pubblicherò è la testimonianza rilasciata da un ragazzo (testimone oculare), e voglio precisare NE’ ANONIMO, NE’ MITOMANE che schifato e indignato da quello a cui aveva dovuto assistere ha deciso fermamente di contattare l’associazione/gruppo consiliare “perUnaltracittà” affinché tutti fossero a conoscenza di come realmente siano andate le cose. Ed io sinceramente non stento a crederci.

Questo è quanto dichiarato:



“La sera del 13 giugno, verso le 23.00, alla stazione di Santa Maria Novella, all’altezza della fermata della tramvia via Alamanni sul lato della scalinata, ho visto un gruppo di 10-15 persone che si distingueva perché indossavano tutti guanti neri e si aggiravano nei pressi della fermata con fare a dir poco agitato e aggressivo. Mi sono avvicinato facendo il vago, come fossi un passante indifferente e ascoltando ciò che dicevano mi sono reso conto che stavano aspettando qualcuno.Mi sono quindi fermato per vedere cosa stesse davvero succedendo. Ho così potuto sentire che si scambiavano frasi del tipo: “Stasera è bandaccia”, “dove cazzo sono, non vedo l’ora”, “Sono in ritardo”. Erano sempre più agitati e evidentemente erano sotto l’effetto di cocaina. Dopo circa 10 minuti ho notato un altro particolare: insieme a quelli che indossavano i guanti erano presenti alcuni uomini più anziani con in mano una radiolina. Proprio dalla radiolina ad un certo punto è arrivato il segnale che stavano aspettando. Ho sentito chiaramente quella voce dire: “Dall’altra parte della strada! Stanno arrivando! Attraversate!”.Gli individui più giovani, quelli con i guanti neri e sicuramente più prestanti fisicamente, sono corsi sull’altro lato della strada. Ho praticamente attraversato con loro. Ho visto che nel frattempo stava arrivando la tramvia. Quando si sono aperte le portiere è sceso un gruppo di persone di cui 5 o 6 ragazzi di colore e con tutta probabilità senegalesi. Neanche il tempo di rendermi conto delle loro reali intenzioni che gli si sono scagliati addosso con una ferocia indescrivibile. Nel parapiglia ho visto sicuramente che un senegalese è stato prima schiantato su una vetrina accanto al negozio Tim e poi inseguito insieme agli altri che scappando avevano già raggiunto la parallela.Avevo paura che se li avessero raggiunti nella parallela senza che nessuno fosse presente ad assistere alla scena si sarebbero sentiti liberi di far di peggio. Quindi mi sono mosso e li ho inseguiti anch’io, ma non sono riuscito a stargli dietro… penso che fortunatamente siano riusciti a scappare! Ma tornando indietro ho notato i due uomini più anziani, quelli con la radiolina che si stavano allontanando. Così ho iniziato a seguire loro. Sono riuscito a sentirli parlare al cellulare e uno dei due ripeteva ossessivamente: “Dove siete? Vi serve una macchina? Vi mando una volante?”. Ho capito allora che non si trattava solo di un gruppo di fascisti, ma che questi avevano anche la divisa…Sono riuscito a seguirli fino al “Parcheggio Europa” all’altezza di via Montebello. Ad un certo punto però uno dei due, il tipo che “dirigeva l’operazione”, il solito che aveva distribuito i guanti neri prima dell’aggressione si volta e mi chiede: “chi sei? Perché ci stai seguendo? Dammi i documenti!” Io gli ho detto che non gli stavo seguendo ma che mi ero perso e stavo cercando via Montebello…per quanto riguarda i documenti gli ho invece chiesto perché avrei dovuto mostrarglieli. “Per questo!” mi ha risposto lui tirando fuori il tesserino della Polizia Municipale. Ho visto che non ha annotato il nominativo ma con fare intimidatorio mi ha chiesto: “Abiti ancora qui?”A quel punto mi ha invitato a “levarmi dal cazzo” e, ricevuta anche l’indicazione su dove fosse via Montebello, non ho potuto che andare nella direzione opposta e poi tornare sui mie passi. Sono tornato alla stazione. Preso dalla rabbia e dall’adrenalina sono tornato alla fermata della tramvia. Lì c’era una macchina della “GEST” in mezzo alle rotaie mentre alla fermata dell’autobus poco più avanti c’era un senegalese che mi osservava. Mi sono avvicinato per chiedergli se avesse visto la scena e se sapesse cosa fosse successo. Nonostante fossero tutti in borghese e non vi fosse nessun modo per riconoscerli a colpo d’occhio, lui mi ha detto subito: “Questi sono della Municipale!”. Poi, facendomi il segno della pistola con le mani mi ha detto: “Molti italiani quando vedono noi impazziscono…” Non ho avuto tempo di chiedergli altro perché è arrivato l’autobus, lui mi ha salutato e se n’è andato…”


Ecco, dopo aver letto questo ci chiediamo ad oggi cos’è successo qualcuno a preso provvedimenti? E’ stata avviata un’indagine? Ci si sta muovendo affinché giustizia (quella vera) venga fatta? 
Oggi una nota testata giornalistica fiorentina pubblica “Quella sera era in corso un’operazione anti-abusivismo ma non possiamo dare credito a denunce presentate in Consiglio comunale” a dichiarar quella che sembra tanto la riprova dell’autenticità della testimonianza rilasciata all’associazione “perUnaltracitta”, è niente popò di meno che…(rullo di tamburi)
…il Comune di Firenze! Che per altro avanza la proposta di “archiviazione”, in poche parole: insabbiare l’accaduto!

Antonella De Zardo  ass. “Unaltracittà”

Nel Bel Paese teatro ormai da anni (se non decenni), di palesi ingiustizie, insabbiamenti, violenze fasciste, omicidi impuniti da parte di “forze dell’ordine” ecc…siamo ormai abituati a reagire a tutto questo, ed è proprio per questo che Firenze Antifascista ha indetto una manifestazione che si svolgerà il 1° Luglio partendo da S.Lorenzo per arrivare a Piazza della Mercanzia.  
Con l’auspicio che nel frattempo qualcosa, ma soprattutto qualcuno, si muova per far si che i colpevoli di questo agguato fascista non rimangano impuniti. 
Non è insabbiando che si fa GIUSTIZIA!


FONTE: per la testimonianza, Antonella De Zardo e tutta l’associazione “Per Unaltracittà”

Bologna 23/06/13: LUNETTA ROSSA. Chiudiamo Casa Pound!

Giugno 19th, 2013 by Matteo infoLab0.1
Bologna 23-06-13 : Lunetta rossa. Chiudiamo Casa Pound! 


Lunetta rossa. Chiudiamo Casa Pound! Domenica 23 giugno 2013 al parco della Lunetta Gamberini, via degli Orti 60, dalle 12 alle 22, si terrà una festa antifascista dedicata alla memoria di Clément Méric.

Sport popolare: tornei di pallavolo, basket, bocce, calcio, esibizione di boxe, muay. Ciclofficina. Breakdance area con workhsop. Mostra «Scatti resistenti».

Workshop «antifascismo è antisessismo».

Presentazioni e dibattiti: Difesa legale. Note per una maggiore 

consapevolezza (2013) a cura dell’Associazione di mutuo soccorso per il diritto di espressione; La controrivoluzione preventiva di Luigi Fabbri, a cura del Nodo sociale antifascista; collegamento con Paris Antifa; tavola rotonda «Entrismo e mimetismo delle nuove destre» con Forlì antifascista.

Musica dal vivo con The Strikes, Hardcoro De Marchi, OTM Bolognina on the move, Bologna ska jazz. Laboratori di arte e musica per i più piccoli. Cucina popolare e osteria anticlericale. Organizza Bologna Antifascista.

LUNETTA ROSSA!
CHIUDIAMO CASAPOUND!

Domenica 23 giugno 2013: giornata antifascista di sport, musica, cultura alla Lunetta Gamberini

area bimbi, cucina popolare

dalle 12 alle 22

«La resistenza è una battaglia di tutti i giorni, che non è mai finita, e questo è un giorno di più che aggiungiamo a quel calendario, per rivendicare con orgoglio la nostra determinazione a lottare oggi come ieri contro ogni fascismo. Per un mondo di liberi»

Bologna Antifascista





FONTE: Staffetta

Aldrovandi: i due in carcere in permesso premio

Giugno 18th, 2013 by Matteo infoLab0.1
I 4 ASSASSINI di Federico

Paolo Forlani e Luca Pollastri, i due agenti di polizia condannati per la morte del giovane Federico Aldrovandi, sono fuori per 4 giorni. 

di Cinzia Gubbini

Hanno chiesto un permesso per visitare la famiglia e gli è stato concesso: i due agenti di polizia Luca Pollastri e Paolo Forlani condannati per la morte del giovane ferrarese Federico Aldrovandi sono usciti stamattina dal carcere di Ferrara. Ne dà notizia il sito Estense.com. Forlani e Pollastri sono gli unici due poliziotti che stanno scontando dietro le sbarre il residuo di pena di sei mesi, dopo la condanna a 3 anni e sei mesi per omicidio colposo. Tre anni, infatti, sono stati indultati.




Gli altri due agenti, Monica Segatto e Enzo Pontani, invece, hanno ottenuto praticamente subito gli arresti domiciliari, la prima dal Tribunale di Sorveglianza di Padova e il secondo da quello di Milano.

Forlani e Pollastri sono entrati in carcere a fine gennaio, usciranno a fine luglio. La domanda è: ma che tipo di permesso è stato concesso ai due? Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Gabriele Bordoni a Estense.com si è trattato di un permesso “per motivi famigliari”. Ma come si sa non è che esistono dei permessi per andare a trovare moglie e figli o genitori se sei in carcere. Il permesso per motivi famigliari esiste ma deve essere concesso in caso di eccezionalità, si chiama “permesso di necessità” e viene concesso in casi particolarmente gravi (ad esempio morte o pericolo di morte di un congiunto).

Poi ci sono i permessi premio. Sentendo quanto dichiarato da Bordoni che parla di “45 giorni di permesso che spettano a ciascun detenuto nel corso di un anno”, sembra proprio che si stia parlando di questa tipologia. Sono quelli concessi dal Tribunale di Sorveglianza ai detenuti non ritenuti socialmente pericolosi o che hanno tenuto una “condotta regolare”. Teoricamente, Pollastri e Forlani potrebbero avere 22 giorni di permesso ciascuno. Probabile che proveranno a chiederne degli altri. Anzi l’avvocato Bordoni, ha assicurato a Estense. com che lo faranno, in modo da “alleviare l’ingiusto trattamento”. Come è noto, contro i sei mesi in carcere dei due poliziotti è stato scatenato un enorme can can, comprensivo di manifestazione a Ferrara (sotto gli uffici in cui lavora la mamma di Federico) e a Roma del sindacato Coisp. E Bordoni ha anche pensato fosse opportuno presentare un ricorso alla Commissione europea dei diritti dell’uomo.




FONTE: Popoff

Omicidio Aldrovandi: indagati Giovanardi e il segretario del Coisp

Giugno 18th, 2013 by Matteo infoLab0.1
Federico Aldrovandi

Insieme ad un ex parlamentare del Pdl passato a Fratelli d’Italia, la procura di Ferrara ha iscritto nel registro degli indagati l’ex ministro Carlo Giovanardi e il segretario del sindacato di polizia Coisp. Affermarono che la foto del corpo di Federico Aldrovandi era artefatta e per questo sono stati querelati dalla madre della vittima.

Da censore e persecutore della famiglia Aldrovandi ad indagato. La procura di Ferrara infatti iscritto nel registro degli indagati l’ex ministro ed esponente del centrodestra Carlo Giovanardi per le dichiarazioni da lui fatte sulla foto che ritrae il corpo senza vita Federico Aldrovandi, realizzate in obitorio poco dopo la morte del ragazzo durante un controllo di polizia presto diventato un mortale pestaggio.


Una foto che mostra esplicitamente la violenza che si era accanita sul corpo del ragazzo, con la testa appoggiata su un’enorme macchia di sangue. Insieme al senatore del Pdl, da sempre attivo nell’infamare la famiglia Aldrovandi e quelle di altre vittime di “malapolizia” (esemplari gli interventi di Giovanardi sulla vicenda Cucchi) la procura di Ferrara ha aperto una inchiesta anche sull’ex parlamentare ferrarese del Pdl, da poco passato alla scissione di destra Fratelli d’Italia,Alberto Balbonie infine Franco Maccari, il segretario nazionale del sindacato di polizia di estrema destra Coisp, da sempre in prima fila nella difesa dei quattro poliziotti condannati per l’omicidio del giovanissimo Federico.

Tutti e tre gli indagati erano stati denunciati per diffamazione da Patrizia Moretti, dopo le ennesime dichiarazioni rese alla stampa dai tre, che parteciparono al sit in – provocazione organizzato dal Coisp in piazza Savonarola, proprio sotto gli uffici dove lavora la madre della vittima degli uomini – senza dimenticare Monica Segatto – in divisa. La Moretti, indignata dalla manifestazione che si svolgeva sotto la sua finestre, scese in piazza mostrando una gigantografia della foto scattata al figlio senza vita. Nelle polemiche feroci che ne seguirono alcuni esponenti politici affermarono che la foto in questione era stata contraffatta. Pochi giorni dopo una grande manifestazione di solidarietà con la famiglia Aldrovandi riempì la piazza di Ferrara che era stata infangata dall’iniziativa del sindacatino di destra della PS.

“Hanno detto bugie– commenta Patrizia Moretti – e continuano a spacciarle come verità quando invece i tribunali hanno detto cose diverse. Non tollero che si infanghi ancora la memoria di Federico”.
Balboni e Maccari, i primi a essere querelati, sono chiamati in causa per quanto detto lo scorso 27 marzo all’interno delle mura di Palazzo Roverella, a Ferrara, dove si teneva il congresso regionale del sindacato di polizia. Maccari, appena reso celebre dal video che fece il giro d’Italia, attaccò la “stampa vigliacca e penosa  che ha pubblicato cose ignobili, compreso il non voler prendere atto che la foto di stamattina non è stata ammessa in tribunale perché non veritiera”. Balboni, invitato al dibattito organizzato dalCoisp prima del suo congresso, affermò anche lui che “La foto non corrisponde alla verità, è stata usata dalManifestoper una campagna di disinformazione ma è una falsificazione della realtà”. Doppia calunnia, visto che la foto è purtroppo vera e che fu pubblicata dal quotidiano Liberazione, uno dei primi a occuparsi della vicenda.

A Giovanardi – per il quale è stata formalizzata una querela a parte – viene contestata invece una dichiarazione realizzata durante la trasmissione in onda su Radio 24, La Zanzara: “Quella macchia rossa dietro è un cuscino. Gli avevano appoggiato la testa su un cuscino. Non è sangue, ma neanche la madre ha detto che è sangue e neanche lo può dire, perché non è così”.

E invece, scrive la Moretti a supporto della querela, “si tratta della foto del volto di Federico, ancora vestito degli abiti che indossava al momento della morte, sul lettino dell’obitorio, scattata dai consulenti del pubblico ministero in sede di autopsia” e “utilizzata al momento del processo come facente parte del compendio fotografico dei medici legali”. “Vengo accusata – continua la madre di Federico – di aver esibito una foto falsa, modificata, che ritrarrebbe le condizioni di mio figlio al momento della sua morte. La considero un’accusa atroce”.

Patrizia Moretti in piazza a Ferrara

A creare sofferenza alla famiglia di Federico Aldrovandi e a chi si batte affinché chi l’ha ucciso venga punito la notizia, trapelata nei giorni scorsi, che due degli agenti condannati per il suo omicidio – Pollastri e Paolo Forlani – hanno chiesto e ottenuto un permesso per una visita famigliare, potendo così uscire dal carcere per quattro giorni.  Un innegabile trattamento di favore, che si aggiunge alla lievità delle pene alle quali sono stati condannati – 3 anni e 6 mesi – di cui dovranno ‘scontare’ in totale solo 6 mesi visto che tre anni sono stati indultati. Agli altri due condannati invece –  Monica Segatto e Enzo Pontani – è andata anche meglio, visto che hanno ottenuto subito gli arresti domiciliari, la prima dal Tribunale di Sorveglianza di Padova e il secondo da quello di Milano.
E pensare che il sindacato Coisp continua a gridare allo scandalo per la condanna dei 4 agenti, affermando che la giustizia e i tribunali nel loro caso, si sarebbero accaniti… 



FONTE: Contropiano.org

Un’ ondata di MERDE NaziFa in arrivo da tutta Europa. Questa sera a Milano.

Giugno 15th, 2013 by Matteo infoLab0.1
locandina evento

FERMIAMOLI SUBITO!!!

E’ inaccettabile!!!
Questa sera a Milano si terrà un “raduno nostalgia” con band neonazi da America, Inghilterra, Germania e ovviamente Italia, e sembra che partecipi anche una sezione del KKK operante in Europa. 
La finalità dello stesso è di raccogliere fondi per le spese processuali riguardanti i fatti del ’93 e l’operazione RUNA riguardanti le MERDE di “azione skinhead”. 
L’evento dovrebbe cominciare dalle 18°° di questa sera, ma ovviamente il luogo esatto verrà comunicato ai partecipanti tramite sms solamente all’ultimo.








Ricordo anche ai vari personaggi politici e istituzioni del caso che in Italia è reato:

“la legge n. 645/1952 sanziona chiunque faccia per la costituzione di un’associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.

« quando un’associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista. »

…ma ovviamente in Italia con le leggi ci spazziamo il culo.
Mi chiedo comunque PERCHE’ vengono concessi spazi, luoghi e libertà a chi di libertà non dovrebbe averne?
Quello che accadrà questa sera a Milano è un insulto a tutti noi che combattiamo ogni santo giorno per far si che non ci siano discriminazioni razziali e minoranze di alcun tipo nel nostro paese e nel mondo, ed a tutti quelli che oggi come ieri hanno combattuto anche con la vita la piaga nazifascista.

Spero dunque che chi di dovere si occupi ORA di questo schifo, e faccia si che tutto questo non abbia luogo ne’ ora ne’ mai. 
Ricordo alle MERDE che in ogni caso e comunque vada hai nostri posti ci troverete!!! SEMPRE in prima linea.


ORA E SEMPRE RESISTENZA!   ANTIFASCISMO MILITANTE 


Casapound tenta l’assalto al Cinema America Occupato, e scappa

Giugno 13th, 2013 by Matteo infoLab0.1


di @Redazione_dinamopress.it 

Dopo l’iniziativa del Forum per l’Acqua Bene Comune la provocazione.

Durante la notte di mercoledì, a seguito dell’iniziativa dei forum dell’Acqua Bene Comune in piazza San Cosimato, convocata per festeggiare i due anni dalla vittoria referendaria, un manipolo di militanti di Casapound ha assaltato il Cinema America Occupato, un’occupazione limitrofa alla piazza che partecipava attivamente alla costruzione della giornata.

Ma, per i “legionari combattenti” questa volta è andata male: gli occupanti del cinema presenti all’interno dell’edificio, quando si sono resi conto di


essere sotto attacco, hanno messo in fuga la squadraccia, scendendo in strada a difesa di tutte le attività del cinema: centinaia di proiezioni cinematografiche ad offerta libera, un corso di teatro gratuito, laboratori di pittura, concerti di tutti i generi, giochi in piazza con i bambini, iniziative a difesa del territorio, incontri e dibattiti, eventi a sostegno dei collettivi delle scuole circostanti e la costruzione della prima aula studio di Trastevere.

In seguito al fallito assalto, la squadraccia ha pensato bene di aggredire un gruppo di ragazzi di ritorno da una serata a Trastevere: ma anche questa volta i fascisti del terzo millennio, rifiutati dalle persone che si trovavano a passare in quella via, sono stati costretti alla fuga.

Trastevere, quartiere di storica tradizione antifascista, rifiuta il fascismo in tutte le sue forme. Queste vili aggressioni sono messe in atto in un periodo difficile per il Cinema America, in quanto tentano di farne una questione di ordine pubblico per facilitarne lo sgombero. Ma chi frequenta l’occupazione di Trastevere sa bene che il Cinema America consiste in ben altro: non si fermeranno le iniziative in piazza, non si fermerà la programmazione, tanto meno i lavori di riqualifica e i progetti avviati in questi mesi.

Ci scusiamo con il vicinato per il chiasso in strada, che ovviamente non è dipeso da noi. Ringraziamo anche chi, svegliatosi nel cuore della notte e affacciatosi alla finestra, ha capito subito la situazione e ci ha aiutato nell’allontanare la squadraccia di Casapound.

Trastevere è antifascista!

HIC SUNT LEONES!

Cinema America Occupato

Cucchi, a Tor Pignattara corteo per “Stefanino” contro “uno stato che si auto assolve”

Giugno 9th, 2013 by Matteo infoLab0.1
Cucchi, Tor Pignattara in piazza per “Stefanino” contro “lo Stato che si auto assolve”
Dopo la discussa sentenza di primo grado centinaia di persone hanno manifestato a Tor Pignattara sotto casa del giovane prima e per le vie del quartiere poi. La rabbia dei manifestanti: “Chi semina violenza raccoglie resistenza”.


Corteo a Tor Pignattara

Centinaia di persone hanno partecipato al sit-in solidale organizzato a Tor Pignattara sotto casa di Stefano Cucchi, il geometra  arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo al reparto di medicina protetta dell’ospedale “Sandro Pertini”.



Una manifestazione che nelle intenzioni degli organizzatori voleva essere prima di tutto un modo di abbracciare la famiglia di Stefano, dopo che la sentenza di primo grado ha assolto agenti e infermieri, perché “il fatto non sussiste” e ha invece inflitto due anni di reclusione ai medici con l’accusa di omicidio colposo. Il sit-in si è poi trasformato in un corteo che si è concluso a Vigne Alessandrine, dove si trova il celebre murales, nei pressi del quale è stato posato lo striscione che ha aperto il corteo. Qui infine sono state fatte volare delle lanterne rosse.

Una sentenza che ha fatto discutere e gettato nello sconforto la famiglia del ragazzo. “Non è successo niente, mio fratello Stefano è morto di suo, è morto per un errore medico. Sarebbe morto anche a casa nostra, ci siamo sbagliati su tutto”, è stato l’amaro commento della sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, presente oggi al sit-in, nel corso del quale però ha preferito non prendere parola.

La manifestazione, del tutto civile e pacifica, si è svolta nel tardo pomeriggio in via Laparelli, proprio davanti al palazzo popolare in cui viveva la famiglia di Stefano. Tanta la rabbia dei manifestanti, contro “uno stato che si autoassolve”, e critiche anche nei confronti delle istituzioni colpevoli di “un silenzio assordante” e di aver lasciato sola la famiglia di Stefano (nessun rappresentante delle istituzioni era presente alla manifestazione). Dopo alcuni interventi di militanti e amici di Stefano i manifestanti si sono riuniti in un corteo improvvisato che da via Laparelli si è diretto verso via di Tor Pignattara.
Unico momento di tensione quello vissuto davanti alla caserma dei carabinieri. Tra i cori c’è stato anche chi ha gridato “ASSASSINI!”.


FONTE: Redazione Pigneto Today

Il “suicidio” Cucchi

Giugno 7th, 2013 by Matteo infoLab0.1
di il simplicissimus

L’ incredibile sentenza sull’assassinio di Stefano Cucchi era già scritta, era già nelle parole sguaiate
di Carlo Giovanardi  triste e ottuso rappresentante di un potere oligarchico e reazionario che finge di
essere moderato: “Se l’era voluta”. Dentro quella frase c’era la manifesta colpevolezza degli apparti
dello Stato e allo stesso tempo la loro assoluzione. Il fatto che Cucchi fosse stato un tossicodipendente e fosse stato trovato in possesso di una quantità di droga che apparirebbe risibile a molti dei cocainomani abituali che sono in Parlamento, è stato l’alibi per massacralo prima e non curalo poi, per trasformare una persona marginale da cittadino a vittima di un bestiale sadismo e di una colpevole noncuranza di medici e infermieri timorosi di dover svelare, proprio attraverso le cure,
l’origine del massacro.

La sentenza di primo grado è completamente dentro questo paradigma e completamente fuori dalla logica dal momento che Cucchi prima si sarebbe ammazzato di botte da se stesso e poi la sua salvezza sarebbe stata trascurata da medici, infermieri e guardie carcerarie: una storia senza senso che tuttavia non è altro che il riflesso dell’insensatezza di una società avvitata su se stessa e dove corporazioni, clan, bande la fanno da padrone in mancanza di qualsiasi cognizione di speranza e solidarietà, una società che vive dentro un egoismo miserabile e suicida. Un uomo è stato pestato a morte, i colpevoli sono noti e persino alla sbarra, ma nessuno si farà un solo giorno di galera: chi è mai Stefano Cucchi per pretendere giustizia?
Ma bisogna andare oltre: chi è mai un cittadino per pretendere giustizia, per non essere presto a pugni e calci se si presenta l’occasione, per essere curato e infine per avere una sentenza che non sia un mercato delle vacche tra poteri? Chi è un cittadino per avere dignità anche se non ha amicizie che contano, soldi, contatti, corporazioni che intervengono a suo favore? E’ proprio nessuno, anzi nemmeno è un cittadino, è un suddito che non può permettersi errori e deve subire quelli degli altri.
Così siamo ridotti, ma molti ci si accomodano facilmente, visto che hanno incontrato la parola dignità solo su qualche antologia delle scuole medie e vivono bene nei ventri di vacca. Se ci scandalizziamo del processo dobbiamo scandalizzarci della politica, dei media, dell’iniquità, del sadismo e della noncuranza che viene espressa da ogni parte. Dovremmo anche scandalizzarci per chi vota Giovanardi. Ma tutto questo ce lo siamo proprio voluto.

FONTE: il simplicissimus

Parigi, morto ragazzo di sinistra: ucciso da fascisti

Giugno 6th, 2013 by Matteo infoLab0.1
GRUPPO SKINHEAD AGGREDISCE E UCCIDE UN GIOVANE DI SINISTRA.

Orrore a Parigi: il 18enne Clement Meric è in stato di morte celebrale dopo essere stato violentemente aggredito ieri sera “da militanti del gruppo Gioventù nazionalista rivoluzionaria”

PARIGI – Un giovane militante di sinistra, il 18enne Clement Meric, è in stato di morte cerebrale dopo essere stato violentemente aggredito ieri sera a Parigi da un gruppo di skinhead. L’aggressione è stata denunciata da Alexis Corbiere, segretario regionale del partito di Sinistra dove militava il ragazzo.



Corbiere, che parla sul suo blog di “orrore fascista”, accusa dell’aggressione militanti del gruppo di estrema destra Gioventù nazionalista rivoluzionaria (Jnr). Secondo la polizia, citata su Le Monde, si tratta di un’aggressione “a connotazione politica”.  I fatti sono avvenuti nella zona della stazione Saint Lazare.
Il ministro degli Interni, Manuel Valls, ha proclamato oggi la sua “totale determinazione a sradicare questa violenza che porta il segno dell’estrema destra”, dopo questa aggressione seguita ad uno scontro “fra due gruppi di persone molto probabilmente per ragioni d’ordine politico”.
A quanto riferiscono fonti della polizia, citate dai media, nella zona era stata organizzata una vendita di abiti privati. Verso le 18 tre giovani vestiti come skinhead, fra cui una donna, sono arrivati e si sono scontrati con i giovani sul posto. Vi sono stati spintoni e invettive, poi i tre sono stati “raggiunti da rinforzi”.
Secondo alcune testimonianze, in uno scontro successivo la vittima sarebbe stata sbattuta violentemente contro un palo. Il partito di Sinistra ha convocato una manifestazione di protesta per questo pomeriggio alle 18.30.


FONTE: Today

Terni, polizia carica operai ex ThyssenKrupp in corteo: sindaco ferito

Giugno 5th, 2013 by Matteo infoLab0.1
Parla di una “violenza incomprensibile” da parte della polizia il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, rimasto ferito da una manganellata nel corso del corteo dei lavoratori dell’Ast (ex ThyssenKrupp). Poche parole dette nel corso dell’occupazione dei binari della stazione poco prima di essere medicato. Secondo l’assessore allo Sviluppo economico, Sandro Piermatti, che era vicino al sindaco al momento dei tafferugli, “i lavoratori erano a mani alzate ma è partito l’ordine di manganellare, senza ragioni evidenti. Una cosa del genere non è mai successa – continua -, decine di volte la stazione è stata occupata pacificamente e poi lasciata libera”. Si dice indignato anche il senatore del Pd Gianluca Rossi, anche lui presente stamani, che annuncia che chiederà conto di quanto successo al Governo.

Il corteo con alcune centinaia di persone che, partito dai cancelli dell’Ast, avrebbe avuto come meta la sede della prefettura, in realtà è proseguito, di corsa, fino alla stazione, con i manifestanti che hanno superato lo sbarramento della polizia. In questa occasione si è registrato qualche contatto tra agenti e manifestanti, con questi ultimi che sono entrati nella stazione. L’ingresso in stazione era avvenuto in modo pacifico dopo che manifestanti e agenti si erano fronteggiati per alcuni minuti, senza arrivare a contatto, davanti agli ingressi dello scalo. Lo sciopero era stato indetto dai sindacati di categoria dopo l’esito non soddisfacente degli ultimi incontri con la proprietà del sito siderurgico, la multinazionale finlandese Outokumpu, che aveva considerato “non accoglibili” le offerte presentate sinora per l’acciaieria, paventando l’ipotesi di allungare i tempi per la vendita.

Lo sciopero quindi è stato prorogato fino alle 14. “Nella storia della città una cosa del genere non era mai accaduta – ha detto il segretario della Fiom Cgil Claudio Cipolla ai lavoratori riuniti davanti al palazzo del Governo -, abbiamo denunciato non solo formalmente quanto successo e chiesto le dimissioni del questore”. Spiegando che il prefetto si è scusato più volte con la delegazione e ha annunciato che la regia dell’ordine pubblico sarà da ora in poi coordinata da lui direttamente, Cipolla ha aggiunto che gli è stato chiesto di avviare tutte le procedure e gli approfondimenti del caso per individuare i responsabili di quanto successo. “Insieme alle istituzioni regionali e ai parlamentari – è stato detto ancora dal sindacalista – verrà promossa un’azione nei confronti del ministero, che doveva garantire il corretto svolgimento della manifestazione”.
“Oggi se fossimo stati matti o terroristi, ci sarebbe stata la guerra civile” ha concluso Cipolla, annunciando che la prossima settimana verrà organizzata una nuova iniziativa di cui nelle prossime ore verranno resi noti “modi e forme”.

FONTE: il Fatto Quotidiano